Riassunto: La vita nuda

– Un morto, che pure è morto, caro mio, vuole anche lui la sua casa. E se è un morto per bene, bella la vuole; e ha ragione! Da starci comodo, e di marmo la vuole, e decorata anche. E se poi è un morto che può spendere, la vuole anche con qualche profonda… come si dice? allegoria, già!, con qualche profonda allegoria d’un grande scultore come me: una bella lapide latina: HIC JACET… chi fu, chi non fu… un bel giardinetto attorno, con l’insalatina e tutto, e una bella cancellata a riparo dei cani e dei…

Inizia così La vita nuda (L. Pirandello)… l’altoparlante è Ciro Colli, uno dei due artisti a fondo simpatici che vivono a Roma. Il Colli è una contraddizione in termini (cioè un enigma). Da un lato, ha un meraviglioso senso dell’umorismo.

Ciro Colli levò la testa dal petto, con la barbetta a punta ridotta ormai un gancio, a furia di torcersela; stette un pezzo a sbirciar l’amico di sotto al cappelluccio a pan di zucchero calato sul naso, e con placidissima convinzione disse, quasi posando la parola:

– Asino.

– Non mi sedere lí sul pulito, almeno, santo Dio! Come te lo devo dire che aspetto certe signore?

– Non ci credo.

– Ecco qua la lettera. Guarda! L’ho ricevuta ieri dal commendator Seralli: Egregio amico, La avverto che domattina, verso le undici…

– Sono già le undici?

– Passate!

– Non ci credo. Seguita!

Il Colli è anche intelligente e talento.

Peccato veramente, perché poi, quand’era in tèmpera di lavorare, poteva dar punti ai migliori. E lui, il Pogliani, ne sapeva qualche cosa, ché tante volte, lí nello studio, con due tocchi di pollice impressi con energica sprezzatura s’era veduto metter su d’un tratto qualche bozzetto che gli cascava dallo stento.

Contemporaneamente, il Colli sembra aver rinunciato la vita sua: è dissoluto e pigro e, secondo il suo collega artista, Costantino Pogliani…

Ma avrebbe dovuto studiare, almeno un po’ di storia dell’arte, ecco; regolar la propria vita; aver un po’ di cura della persona: cosí cascante di noja e con tutta quella trucia addosso, era inaccostabile, via!

Costantino Pogliani è anche intelligente e di talento. Il Pogliani è responsabile e sincero; è un artista di successo e un buon essere umano.

Come la storia si sviluppa, la signora Consalvi e sua figlia, Giulietta, vengono allo studio di Pogliani per ottenere i suoi servizi. Il fidanzato di Giulietta è morto in un incidente di caccia la notte prima che stavano per sposarsi. Giulietta è in cordoglio… è stato solo tre mesi da quando è avvenuto l’incidente, e vuole disperatamente di creare un memoriale funebre per il suo fidanzato… un memoriale con senso e significato… un omaggio alla sua vita e il suo carattere… un memoriale che mostra chiaramente quanto Giulietta lo amava.

Tuttavia, si è bloccata Giulietta. Vuole creare un monumento (nel Verano) al loro amore sulla base di un disegno originale del Colli. Giulietta ha modificato il disegno, ma ha bisogno di aiuto per finire ciò che ha iniziato e per fabbricare il monumento (il motivo per cui lei e sua madre sono venute allo studio del Pogliani). Alla fine, un monumento sarebbe costruito in gran parte in base del disegno originale del Colli, con le modifiche di Giulietta.

Ci sono altri modi in cui Giulietta tenta di commemorare il suo fidanzato. Un modo in particolare è dalla pittura del suo ritratto, ma Giulietta si è bloccata ancora una volta.

– Non so come fare, – riprese la signorina. – Perché questo ritratto non risponde… non è piú veramente l’immagine che ho di lui, in me.

– Eh sí, – riconobbe subito il Pogliani, – meglio, lui, molto piú… piú animato, ecco… piú sveglio, direi…

– Se l’era fatto in America, codesto ritratto, – osservò la madre, – prima che si fidanzassero, naturalmente…

– E non ne ho altri! – sospirò la signorina. – Guardi: chiudo gli occhi, cosí, e lo vedo preciso com’era ultimamente; ma appena mi metto a ritrarlo, non lo vedo piú: guardo allora il ritratto, e lí mi pare che sia lui, vivo. Mi provo a disegnare, e non lo ritrovo piú in questi lineamenti. È una disperazione!

Un giorno dopo il primo incontro, il Pogliani è andato a trovare Giulietta di darle una lezione d’arte. Lui vede il ritratto per la prima volta e suggerisce un modo per modificarlo che sia più realistico e vero (e poi fa le modifiche). L’esperienza è come un’epifania: Giulietta diventa libera (nel senso che non è più bloccata). Giulietta è in grado di proseguire avanti con la sua vita.

Il lettore si augura sinceramente che la sua vita nuova sarà con Pogliani!

In La vita nuda, Pirandello descrive la necessità di mettere in modo la propria vita dopo una grave tragedia personale come la perdita di una persona cara. (Qualche volta diciamo noi “per ottenere la chiusura”.)

La storia è particolarmente commovente perché una persona giovane, Giulietta, ha sofferto la perdita… il lettore si assume naturalmente che Giulietta non avrebbe avuto le esperienze e il punto di vista di affrontare una tale immensa tragedia personale.

Eppure, mentre lotta Giulietta ci mostra che può superare la sua tragedia con grazia e con determinazione e con la persistenza.

Devo dirti che mi affascina Giulietta. Lei è ferita e confusa per la morte del suo fidanzato, ma sembra sapere ciò che sarà necessario per proseguire avanti con la sua vita. Giulietta è intelligente e matura e articolata e sofisticata e forte. Lei è una persona ammirevole e un buon essere umano.

– Aspetta, mamma. – pregò la signorina. – È bene spiegarsi prima con il signor Pogliani, francamente. Quando mi nacque l’idea del monumento, devo confessare che pensai subito al signor Colli. Sí. Per via di quel disegno. Ma mi dissero, ripeto, che Lei non stava piú a Roma. Allora m’ingegnai d’adattare da me il suo disegno all’idea al sentimento mio, a trasformarlo cioè in modo che potesse rappresentare il mio caso e il proposito mio. Mi spiego?

– A meraviglia! – approvò il Pogliani.

Giulietta non permette nessuno (forse tranne Pogliani) a modificare o le sue opinioni o il suo corso in programma di azione.

– Come… vestita? – domandò, timida e ansiosa la signorina.

– Ma no, scusi! – riprese con calore il Colli. – Lei ha fatto la Vita in camicia… cioè, con la tunica, diciamo! Ma no, nuda, nuda, nuda! la Vita dev’esser nuda, signorina mia, che c’entra!

– Scusi, – disse con gli occhi bassi, la signorina Consalvi. – La prego di guardar piú attentamente.

– No, no, scusi, – disse la signorina Consalvi alzandosi con la madre. – Lei avrà forse ragione, dal lato dell’arte; non nego, ma io voglio dire qualche cosa, che soltanto cosí potrei esprimere. Facendo come vorrebbe Lei, dovrei rinunciarvi.

– Ma perché, scusi? perché Lei vede qua la sua persona e non il simbolo, ecco! Dire che sia bello, scusi, non si potrebbe dire…

E la signorina:

– Niente bello, lo so; ma appunto come dice lei, non il simbolo ho voluto rappresentare, ma la mia persona, il mio caso, la mia intenzione, e non potrei che cosí. Penso poi anche al luogo dove il monumento dovrà sorgere… Insomma, non potrei transigere.

Il Colli aprí le braccia e s’insaccò nelle spalle.

– Opinioni!

O piuttosto, – corresse la signorina con un dolce, mestissimo sorriso, – un sentimento da rispettare!

Giulietta, mi vuoi sposare?

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