Riassunto: Zia Michelina

Quando il vecchio Marruca morí, il nipote – Marruchino come lo chiamavano – aveva circa vent’anni, e stava per partire soldato.

Cappellone, un due, povero Marruchino!

Inizia così Zia Michelina (L. Pirandello), la storia di una signora onorevole che lotta con forza con la moralità di una situazione complessa/terribile. Ultimamente si raggiunge uno stato di disperazione. Si tratta di una novella su un ideale (l’amore di una madre) contro la pratica (che cosa dovrebbe essere fatto su una eredità). Entro la fine della novella, dopo che la donna onorevole è morta, il lettore può solo dire: “Che tristezza! Che spreco!”

Uno zio aveva avuto un rapporto speciale con suo nipote. Lo zio era un uomo vecchio; un vedovo, non ha avuto figli suoi. (Per ragioni non chiaramente spiegati, era incapace d’avere i figli.)

Il rapporto speciale era esistito da quando il nipote, Marruchino (Simonello), era stato un bambino. Per tutti gli effetti lo zio era stato più di un padre per il Marruchino che il fratello dello zio (il padre biologico). Il rapporto tra lo zio e il Marruchino era sempre stato reciproco, sincero, costante, di sostegno, semplice, onesto e ammirevole.

All’inizio della novella lo zio era ancora abbastanza vigoroso quindi ha deciso di risposarsi.

anzi proprio per lui ancora in tenera età e bisognoso di cure materne, aveva, benché anziano, ripreso moglie. Sapeva che non avrebbe avuto mai figliuoli da parte sua; robusto però e ben piantato come un albero da ombra e non da frutto, aveva sempre tenuto a dimostrare che, se frutti non ne dava, questo non dipendeva da scarso vigore. Ragion per cui s’era scelta giovanissima la nuova sposa. E della scelta non s’era pentito.

La nuova moglie era notevole. Lei era più giovane di lui; tuttavia è stata in grado di cambiare facilmente da fidanzata a moglie. Lei sembrava essere una persona veramente felice, ben regolata e un piacere di conoscere. Dopo un po’ lei ha facilmente assunto il ruolo di madre al Marruchino.

Zia Michelina, di sangue placido, d’indole mite, subito s’era sentita a posto in quella casa di contadini arricchiti, ove tutto odorava delle abbondanti quotidiane provviste della campagna lontana e tutto aveva la solida quadratura dell’antica vita patriarcale. S’era mostrata paga del marito, pur di tant’anni maggiore di lei, e amorosissima del nipotino.

Verso l’inizio della novella il Marruchino è cresciuto fino ad essere un giovanotto di 20 anni quando suo zio è morto. Lo zio e la zia Michelina avevano avuto una vita confortevole in campagna; a questo proposito lo zio ha preparato un testamento che ha abilmente provveduto per entrambi il Marruchino e zia Michelina.

…aveva nel testamento disposto che la proprietà piú che modesta dei beni (case e poderi) andasse al nipote, e intero alla moglie l’usufrutto, vita natural durante. A patto, s’intende, che non avesse ripreso marito.

Lo zio aveva fatto un notevole sforzo per preparare il Marruchino per il ruolo di padrone (dopo la morte dello zio).

Negli ultimi tempi, non potendo piú lo zio a causa dell’età, vi aveva atteso lui Marruchino, tolto presto dalle scuole, non perché fosse privo d’ingegno, ma anzi – a giudizio dello zio – perché ne aveva troppo. Difatti, non c’era stato mai verso di fargli intendere che gli potesse recar vantaggio il sapere che cosa gli altri uomini avevano fatto, fin dal tempo dei tempi, sulla faccia della terra. Marruchino sapeva bene che cosa vi avrebbe fatto lui. Perché immischiarsi nei fatti degli altri? Le altre parti del mondo? Quali? L’America? Non ci sarebbe mai andato. L’Africa? L’Asia? Le montagne che c’erano? i fiumi, i laghi, le città? Ma a lui bastava conoscer bene il pezzetto di terra in cui Dio aveva voluto farlo nascere!

Piú ingegno di cosí?

Dopo la morte il Marruchino ha lasciato la campagna per il servizio militare obbligatorio. Zia Michelina ha continuato a sostenerlo in qualsiasi modo che poteva. Lei ha anche rispettato senza dubbio i desideri del marito, come indicato nel testamento.

Partito Marruchino, si diede tutta al governo dei poderi e delle case, come un uomo.

Tuttavia ad un certo punto nel servizio ha cambiato la personalità del Marruchino. Diventava più ‘scuro’ (triste) e ha perso il suo bonario temperamento. Il cambiamento era un mistero: zia Michelina faceva del suo meglio per capire il motivo del cambiamento senza alcun risultato, in quanto il Marruchino ha rifiutato di confidarsi con lei.

Il cambiamento di carattere sembrava peggiorare progressivamente finché un certo senso di disperazione è entrato nella sua anima. Il Marruchino ha avvertito che non possa mai tornare in campagna: ha detto che avrebbe riarruolarsi nel servizio militare.

A poco a poco il lettore veniva a capire che il Marruchino si è innamorato zia Michelina. Si trattava di una sorta dell’amore disperato. Il Marruchino sembrava credere che sia sbagliato (cioè, che abbia commesso un peccato): non ha potuto dire ciò che era nel suo cuore. L’amore disperato non solo ha provocato un cambiamento nella sua personalità ma anche un cambiamento nel suo aspetto.

Restò, nel vederselo davanti cosí cangiato, che quasi non pareva piú lui. Magro, tutto occhi, come roso dentro da un verme che non gli desse requie.

Zia Michelina ha sospettato che il Marruchino si potrebbe essere innamorato di lei, ma questo era impossibile: il suo carattere e la sua personalità erano tali che non avrebbe mai potuto reciprocare l’amore del Marruchino, cioè, lui era suo figlio, non il suo amante. Impossibile!

La possibilità che il Marruchino non potrebbe mai tornare in campagna potenzialmente avrebbe avuto le conseguenze di vasta portata (ad esempio, potrebbe perdere la sua eredità; questa era di grande preoccupazione per il padre biologico. Quindi il padre è andato a trovare zia Michelina per discutere il problema di Marruchino. La personalità del padre era diversa da quelle del suo fratello e suo figlio; rispetto al suo fratello il padre anche era meno successo nella vita.

Calvo, secco, coriaceo, non somigliava affatto, né al fratello, né al figliuolo. Vedovo da molti anni, rozzo eppure astuto, sudicio e malvestito per avarizia, parlava senza mai guardare in faccia.

È facile immaginare che la visita del padre fosse motivata dall’avidità. Non ha voluto che Marruchino rinunciare o perdere la sua eredità. Il padre ha esordito dicendo che il Marruchino era furioso:

– Abbiamo Simonello furioso… Eh, cara comare, brutto guajo, brutto guajo, l’amore!

Zia Michelina, nonostante i suoi sospetti, abbia attualmente negato la possibilità che il Marruchino si è innamorato di lei. Non riesce a sopportare l’idea! Lei risponde:

– Ah, dunque innamorato? – esclamò zia Michelina. – Benedetto figliuolo! L’ho tanto pregato, scongiurato di dirmi che cosa avesse; di dirlo alla mamma sua, che avrei fatto di tutto per contentarlo. Voi lo sapete, cognato! L’ho trovato qua di due anni, orfano di madre, e l’ho allevato io, come se fosse mio.

Dopo un po’ il padre (quasi) è arrivato al punto:

– Eh… eh… eh… – cominciò a fare il cognato, dimenando il capo, dimenandosi tutto sulla seggiola, sempre con quel sorrisetto ambiguo negli occhi e sulle labbra. – È appunto questo il guajo, cara comare! appunto questo!

– Questo? Perché? Che dite?

Il cognato, in luogo di rispondere, uscí in una domanda curiosa:

– Vi siete mai guardata allo specchio, cara comare?

Questa domanda ha portato una risposta immediata ed intensa da zia Michelina. L’ha accusato il padre di incoraggiare il Marruchino per sposarla a causa dell’eredità.

– Mio figlio? – gli gridò. – Pensare una cosa simile, mio figlio? per me? Gliel’avrete messo in mente voi, demoniaccio tentatore! voi che non vi siete dato mai pace per quel maledetto testamento! Ho saputo tutto, m’hanno riferito tutto; l’avete gridato ai quattro venti che non è stato giusto, perché posso vivere ancora trenta e piú anni, io; e che vostro figlio potrebbe anche morire prima ch’io gli lasciassi l’usufrutto della proprietà; e che la proprietà lo zio gliel’ha lasciata solo per guardarla da lontano; e che dovrà aspettare d’esser vecchio per potersi dire veramente padrone.

Poi zia Michelina ha spiegato le sue intenzioni. Non ha potuto mai sposare suo figlio: questo sarebbe un peccato mortale.

O demoniaccio, e che credete? ch’io avrei lasciato il mio figliuolo cosí, ad aspettare, a sospirare la mia morte? Io, io stessa, appena ritornato, gli avrei detto: “Simonello mio, scegliti una buona compagna; portala qui; tu sarai il padrone; io godrò della tua felicità e alleverò i tuoi figliuoli, com’ho allevato te”. Questo mi proponevo di dirgli! Ebbene, scriveteglielo voi! se avete in mente qualcuna che possa piacergli, ditemelo: gliela proporrò io stessa! Ma levate dal capo al vostro figliuolo un’infamia come questa che gli avete suggerita! Peccato mortale!

Zia Michelina era sconvolta. Quindi ha spiegato la sua situazione alle sue vicine, cercando il loro sostegno. Le hanno lodato, ma anche le hanno badato contro di incoraggiare il Marruchino per sposarsi un’altra donna. Si preoccupano che potrebb’essere costretto a rinunciare l’usufrutto.

Approvarono quelle, oh sí, e la lodarono molto; ma dissero, tanto per dire, badiamo! cosí, per ragionare… dissero che pure non era la stessa cosa, per il giovine.

– E che altra cosa allora?

Ecco: se lei non avesse avuto quel sentimento materno che diceva, e avesse invece potuto corrispondere a quello di lui, certo per Marruchino sarebbe stato molto meglio; perché, al modo che diceva lei, egli sarebbe rimasto sempre soggetto, come un figlio di famiglia. Non se ne sarebbe accorto, sta bene, per la bontà di lei! Ma se qualche dissapore, un giorno o l’altro, fosse sorto, com’era facile prevedere, tra donne, cioè tra lei e la moglie di lui, l’una di fronte all’altra, quasi suocera e nuora?

Come il padre del Marruchino, le sue vicine hanno favorito un approccio pratico al problema e non hanno rispettato i suoi ideali. Più tardi, diranno che lei è stata pazza:

Santo Dio, perché faceva cosí? Una donna cerca marito per trovare uno stato. Ora, chi poteva immaginarsi che lei al contrario ne cercava un secondo per perdere quello che il primo le aveva lasciato?

Non avendo ricevuto la comprensione e il sostegno delle sue vicine, zia Michelina ha raggiunto uno stato di disperazione.

Zia Michelina si vide, si sentí sola. Sola e come sperduta.

Poi, in un passaggio che provoca l’empatia del lettore, zia Michelina ha considerato se potrebbe sposare il Marruchino.

Sí. Per vedere, per vedere se fosse tale davvero, tali le sue fattezze, tale il suo aspetto, che il nipote si fosse potuto accecare per lei fino al punto di non pensar piú di quale amore lei finora lo aveva amato; e che gli altri lo potessero cosí facilmente scusare!

No, brutta non era; non mostrava certo ancora gli anni che aveva; ma non era, no, non poteva esser bella per quel ragazzo! Già sotto i capelli biondi sulle tempie, ne aveva tanti appassiti, quasi bianchi. Bianchi sarebbero diventati domani…

No, no! che! Era un’infamia. Era una perfidia.

Per risolvere il suo problema zia Michelina ha tentato di trovare un altro uomo da sposarsi. (Nel caso di successo certo lei perderebbe l’eredità.) Questi tentativi erano divertenti e anche tragici.

Si vide allora, per parecchi mesi, zia Michelina uscir di casa e andare in chiesa e poi a spasso, tutta attillata, benché vestita di nero, con la spagnoletta di pizzo e il ventaglio, le scarpine lucide dai tacchetti alti, ben pettinata e con quell’impaccio particolare delle donne che non vogliono mostrare il desiderio d’esser guardate, e che è pure un’arte per farsi guardare.

Il ventaglio in mano le fremeva agitato convulsamente sotto il mento, a smorzar le vampe della vergogna e della rabbia.

Sfortunatamente, gli sforzi non ha avuto successo; invece ha servito solo a provocare il disprezzo dei vicini.

– A spasso, zia Michelí? – le domandava dall’uscio velenosamente qualche vicina.

– A spasso, già! Avete comandi da darmi? – rispondeva dalla strada, inchinandosi con una smorfia di dispetto, che l’ombra dietro, nel sole, le rifaceva goffamente.

Ma dove andava? Non lo sapeva lei stessa. A spasso. E si guardava, andando, la punta delle scarpette; perché, ad alzar gli occhi, non avrebbe saputo dove né che cosa guardare e, sentendosi diventar rossa rossa, si sarebbe messa a piangere, ma proprio a piangere come una ragazzina.

Ora tutti, quasi capissero ch’era uscita di casa non per bisogno ma per mettersi in mostra, si fermavano per vederla passare; si scambiavano occhiate; qualcuno anche per chiasso la chiamava:

– Ps! Ps! – come si fa con le donne di mal affare.

Poi zia Michelina ha cambiato l’idea: ha chiesto il padre del Marruchino se lui la si sposerà, ma l’ha rifiutata.

E astutamente, attraverso un faticoso garbuglio di parole le fece alla fine intendere che non per gli altri soltanto, ma anche per lui sarebbe stata una pazzia, una solenne pazzia; sí, perché tutto stava che lei, non volendo sposare suo figlio, non si mettesse con altri, e che il beneficio dell’usufrutto restasse in famiglia.

A questo punto, zia Michelina ha deciso un corso di azione finale: si sposerà il Marruchino ma sarà un matrimonio solo di nome.

– Senti, svergognato. So perché vuoi sposare. E questo agli occhi miei, in parte, ti scusa. Tu vuoi che sposi io, perché perda tutto, e tu resti padrone. Ebbene, per questo solo ti sposo… Che fai? no, via! non t’arrischiare! Scostati, o ti tiro questo in faccia!

Zia Michelina ha detto che scomparirà dalla vita del Marruchino dopo il matrimonio.

Pigliati tutte le donne che vuoi, tutti i piaceri che vuoi, a patto di non alzar mai gli occhi su me! Me n’andrò al podere a nascondermi, dove andasti a nasconderti tu per non aver le mie carezze di madre; e là resterò per sempre e non ti farai piú vedere da me. Giura! Voglio che lo giuri!

E poi lei ha minacciato/avvertito:

– Bada! – riprese allora zia Michelina. – Tu hai giurato. Sappi, ragazzo, ch’io sono capace di tutto, d’ucciderti o d’uccidermi, se non stai al patto e non mantieni il giuramento. Bada!

A questo punto ammetto che io abbia avuto un senso di che cosa succederà e il Pirandello non mi ha deluso: zia Michelina ha fatto il suicidio.

Nella notte stessa, dopo un’ora appena, livido, sgraffiato in faccia, al collo, alle mani, se ne fuggí e, giunto all’alba al paese, corse a chiudersi in casa. Poche ore dopo, vennero ad arrestarlo, perché avevano trovata morta zia Michelina nel podere.

Che spreco! Secondo me questa è stata una donna nobile ed ammirevole, una donna dei principi con un cuore generoso. È triste che è stata intrappolata dalla sua disperazione, così intrappolata che non aveva un’altra scelta, ma di uccidersi.

La novella si conclude con una nota ironica.

Ancora le vicine parlano di zia Michelina come d’una pazza; perché, Signore Iddio, se pur le faceva senso mettersi con un ragazzo che lei amava come un figliuolo, dato che questo ragazzo era poi divenuto suo marito, fargli da moglie alla fin fine non voleva mica dire andare alla guerra. Che storie!

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