Riassunto: Difesa del Mèola

Il narratore di Difesa del Mèola (L. Pirandello) è un uomo e un amico di Marco Mèola, il protagonista della novella. Il narratore racconta una storia che è avvenuta qualche tempo fa. Gli eventi della novella si è evoluta durante un periodo di 11 anni. La storia si svolge a Montelusa (Sicilia) nel Ottocento, subito dopo Garibaldi ha iniziato (o forse ha appena finito?) lo sforzo di unificare l’Italia.

Una delle sottotrame della novella:una conseguenza della creazione della Repubblica Italiana era la perdita del potere e della ricchezza del Vaticano; quindi il Vaticano ha opposto l’unificazione d’Italia. Alcuni dei cittadini di Montelusa sono descritti come “liberali equanimi e ben pensanti”: queste persone sono allineate con Garibaldi. La mia impressione è che la maggioranza dei liberali non siano ricchi. È chiaro che il narratore, uno dei liberali (Pirandello?), è ben istruito… forse una porzione dei liberali sono anche ben istruiti. Un altro gruppo dei cittadini sono descritti come i “vecchi bigotti”: queste persone sono allineate con la Chiesa.

Undici anni prima dell’inizio della novella il vescovo di Montelusa, Monsignor Vivaldi, era morto. Monsignor Vivaldi era amato da tutti, e dopo la morte il Vaticano ha inviato Monsignor Partanna a Montelusa. Monsignor Partanna sembra essere l’esatto opposto di Monsignor Vivaldi: poco gentile, ingeneroso, menefreghista. In una scena all’inizio della novella Monsignor Partanna si rifiuta di aiutare il suo povero fratello, la cui moglie è moribonda e ha bisogno di una procedura chirurgica che non può permettersi. Monsignor Partanna non solo rifiuta di aiutare il fratello con le spese mediche ma anche rifiuta di contribuire a pagare per il suo ritorno a casa. (Pirandello ci informa che il vescovado di Montelusa è una delle più ricco in Italia.)

Al suo arrivo a Montelusa Monsignor Partanna avvia una serie di misure di austerità che sconvolgono e confondono tutti. Come la novella progredisce il lettore apprende che il vescovo vuole creare e far crescere un fondo che faciliterà il ritorno dei Padri Liguorini di Montelusa. I Padri Liguorini erano un gruppo dei clerici molto conservatori che erano costretti fuori di Montelusa all’inizio dello sforzo di creare la Repubblica Italiana (http://it.wikipedia.org/wiki/Congregazione_del_Santissimo_Redentore). La memoria dei Padri Liguorini era ancora considerata un incubo per la maggior parte dei cittadini più anziani di Montelusa:

Vive orrenda tuttora negli animi dei vecchi Montelusani la memoria della corruzione seminata nelle campagne e in tutto il paese, con le prediche e la confessione, dei Padri Liguorini, e dello spionaggio, dei tradimenti operati da essi negli anni nefandi della tirannia borbonica, di cui segretamente s’eran fatti strumento.

Forse meglio di qualsiasi altro cittadino, Marco Mèola capisce e si oppone con fervore il piano del vescovo di restituire i Padri Liguorini a Montelusa. Il Mèola ha i cospiratori: sua madre, sua zia (una monaca di uno delle cinque badie intorno a Montelusa), e forse anche suo zio (secondo me il coinvolgimento del zio nel complotto contro il vescovo è lasciato alla fantasia del lettore).

Uno degli aspetti più scioccante della novella è la rivelazione che Monsignor Partanna nutre un odio intensissimo di tutte le donne. La ragione per l’odio non è chiaro. Non sorprende, le monache dei cinque badie sono tra le più offese dalle politiche di Monsignor Partanna. La mia intuizione è che le monache passino anni a pianificare la sconfitta del vescovo:

… che maneggi per farla revocare!” e “Odiava ferocemente le donne, Monsignor Partanna. E la donna, la donna piú pericolosa, la donna umile, tenera e fedele, egli scopriva sotto il manto e le bende della monaca. Perciò ogni risposta che dava loro era come un colpo di ferula su le dita.

Un giorno, una educanda (misteriosa) arriva alla badia di Sant’Anna. Lei è sotto la tutela della zia di Marco Mèola. La educanda è deformata, brutta e in cattiva condizione di salute. L’educanda è descritta come la nipote di Monsignor Partanna; in realtà potrebb’essere sua figlia. Inoltre non è chiaro come la nascita / l’esistenza dell’educanda può essere correlata con l’odio del vescovo per le donne.

Marco Mèola impedisce Monsignor Partanna di tornare i Padri Liguorini di Montelusa da rapendo e poi sposando l’educanda: il fondo per il torno dei Padri Liguorini viene convertito in dote per la educanda. In questo modo, i Liguorini non sarebbero tornati:

Il Mèola ha rubato (il fondo). Il Mèola s’è arricchito (dal fondo). Il Mèola probabilmente domani si metterà a far l’usurajo (per via del fondo).

La frase preferita:

Un brulichío sommesso, quasi di raccapriccio, si propagò al passaggio di lui per tutti gli alberi del lungo e ridente viale del Paradiso, vanto della nostra Montelusa, terminato laggiú da due azzurri: quello aspro e denso del mare, quello tenue e vano del cielo.

Sono convinto che esiste un’altra lingua italiana. Quella che si è parlata dagli italiani (i 100%). Questa lingua non è un dialetto precisamente e non viene insegnata agli studenti estranieri.

Adesso fuori i diritti

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