Riassunto: La buon’anima

Fin dal primo giorno, Bartolino Fiorenzo s’era sentito dire dalla promessa sposa:

– Lina, veramente, ecco… Lina no, non è il mio nome. Carolina mi chiamo. La buon’anima mi volle chiamar Lina, e m’è rimasto cosí.

Inizia così La buon’anima, una novella tristissima (ma comunque interessante, affascinante, straziante) da L. Pirandello.

È difficile per me giudicare Bartolino e Lina Fiorenzo, i protagonisti della novella, dato che io vivo nel presente e loro hanno “vissuto” nel Ottocento. Non c’e dubbio che i nostri costumi / atteggiamenti sono diversi. Quindi chi sono io per giudicare?

Tuttavia, come ho letto la novella, mi è venuto in mente che il loro matrimonio fallirebbe perché Bartolino e Lina non conoscevano l’un l’altra abbastanza bene per diventare marito e moglie. Quindi Bartolino aveva bisogno di capire che Lina non era in grado di andare oltre il suo matrimonio precedente, e Lina aveva bisogno di capire che Bartolino era inesperto, ingenuo e al riparo dal mondo.

Questa è stata una novella dolorosa leggere perché mi piaceva sia Bartolino e Lina. Non sembrano essere qualsiasi cattiveria. Erano solo che loro non sono pronti per essere sposati!! (Si potrebbe dire che le norme della società li abbia costretti a sposarsi, ma anche così i parenti e gli amici che li hanno incoraggiati a sposarsi erano buone intenzioni.

Cosa facciamo oggi per arrivare a conoscere meglio i nostri amici? Certo prendiamo un sondaggio!

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