Riassunto: Senza malizia

Senza malizia è una meravigliosa interessante novella provacative dal ‘Leonardo’ della letteratura, Luigi Pirandello.

(Allitterazione!!!)

All’inizio della novella, il lettore viene introdotto a Spiro Tempini, uno dei cinque personaggi principali. Spiro Tempini non è un protagonista, nel senso tradizionale di un personaggio che ‘spinge’ oppure ‘provoca’ l’azione. Piuttosto, il Tempini è, come le altre quattro personaggi principali, qualcuno che è ‘impigliati’ negli eventi della novella, cioè, lui non tanto provoca gli eventi, piuttosto, gli eventi conducono lui.

In una spettacolare frase, il lettore apprende la natura essenziale del carattere di Spiro Tempini. Lui è un giovanotto della classe media — colto e intelligente — che sta attento (meticoloso!) del suo aspetto.

Quando Spiro Tempini, con le lunghe punte dei baffetti insegate come due capi di spago lí pronti per passar nel foro praticato da una lesina, facendo a leva di continuo con le dita sui polsini inamidati per tirarseli fuor delle maniche della giacca; timido e smilzo, miope e compito, chiese debitamente alla maggiore delle quattro sorelle Margheri la mano di Iduccia, la minore, e se ne andò con quelle piote ben calzate ma fuori di squadra e indolenzite, inchinandosi piú e piú volte di seguito; tanto Serafina, quanto Carlotta, quanto Zoe, quanto Iduccia stessa rimasero per un pezzo quasi intronate.

Più tardi il lettore apprende che il Tempini è anche timodo, ossequio, serio, diligente, smanioso e laborioso e che lui è relativamente inesperto nel mondo. Non è ‘fesso’, certo, ma anche non è ‘furbo’.

All’inizio della novella, Spiro Tempini chiede di sposare Iduccia Margheri.

Iduccia è il più giovane di quattro sorelle che sono molto solidale di l’una l’altra. (In un certo senso, è facile immaginare che le quattro sorelle sono in realtà ‘gli arti’ di un singolo essere umano.) Dopo la morte dei loro genitori le sorelle lavorano insieme e sostengono a vicenda per il loro beneficio reciproco condiviso. Anche se le loro vite non sono sicure, le sorelle sono state in grado di prosperare a causa della loro collaborazione.

La descrizione di Pirandello delle quattro sorelle è ammirevole ed estremamente lusinghiera.

e andavano ancora a concerti e a radunanze, accolte dovunque con molta deferenza e con simpatia per il coraggio di cui davano prova, per il garbo disinvolto con cui portavano gli abiti non piú sopraffini, per le maniere gentili e dolcissime e anche per le fattezze graziose e tuttora piacevoli.

Certamente era una bella soddisfazione per loro poter bastare a se stesse col proprio lavoro. Avrebbero potuto morir di fame, e non morivano. Si procuravano da mangiare, da vestir discretamente, da pagar la pigione. E quelle care amiche che avevano marito e le altre che avevano il fidanzato o facevano all’amore si congratulavano tanto con esse di questo bel fatto; e quelle promettevano che avrebbero mandato presto la piccola Tittí o il piccolo Cocò a studiar l’arpa o la pittura ad acquerello; e le altre per miracolo, nelle effusioni d’affetto e d’ammirazione, non promettevano che si sarebbero affrettate a mettere al mondo un figliuolo, una figliuola, per avere anch’esse il piacere d’ajutare le coraggiose amiche a provvedersi da vestir discretamente, da pagar la pigione e non morire di fame.

Darei molto avere i miei amici esprimono un tale rispetto e una tale ammirazione per me!

Poco dopo la descrizione iniziale dei protagonisti, Pirandello stabilisce la premessa di base della novella. Spiro Tempini è un uomo buono e le sorelle Margheri sono buone donne, ma la proposta di Spiro Tempini di sposare Iduccia non sarebbe mai riuscire. Quindi:

– Le Margheri avevano imparato a dipendere l’una dall’altra per la loro sopravvivenza reciproca. Quindi la loro ‘vita in comune’ era felice.

-Le sorelle non sarebbero mai separate.

…e quindi a dover trarre profitto dei buoni studii compiuti per arricchire squisitamente la loro educazione signorile, s’erano anche rassegnate a rimaner zitelle. 

Ma ecco intanto questo signor Tempini, piovuto dal cielo.

Quasi quasi, dopo tanta vana e smaniosa attesa, quella richiesta cosí improvvisa e insperata le contrariava; le insospettiva.

Che considerazioni aveva potuto far costui nel venirsi a cacciare, cosí a cuor leggero, con quell’aria smarrita, tra quattro ragazze sole, senza dote, senza stato se non precario, o almeno molto incerto, unite fra loro, legate inseparabilmente dall’ajuto che eran costrette a prestarsi a vicenda? Che s’era immaginato? Come s’era indotto? Che aveva fatto Iduccia per indurlo?

Una situazione impossibile che intrappola 5 persone buone è la storia che il Pirandello vuole scrivere per noi. Gli eventi che seguono –– cioè, il matrimonio di Spiro e Iduccia e anche la morte di Iduccia durante il parto sono triste (naturalmente, questo è dopotutto una novella di Pirandello!) — ma loro sembrano accadere semplicemente: nessuno è responsabile, nessuno è colpevole. Il lettore può facilmente immaginare che sono successi ‘senza malizia’ questi eventi.

Inizialmente il lettore apprende che le sorelle considerano Spiro Tempini di essere un intruso indesiderato. Ben presto, però, le sorelle abbracciano il Tempini e loro sono attente e affettuose. Il cambiamento di atteggiamento è in parte dovuto al desiderio delle sorelle di sostenere Iduccia, quindi è coerente con quale sappiamo della loro natura.

Di Iduccia soltanto? Pareva veramente il promesso sposo di tutt’e quattro le Margheri; anzi, piú che di Iduccia, delle altre tre; perché Iduccia, vedendo cosí naturalmente partecipi le sorelle della soddisfazione, della gioja che avrebbero dovuto esser sue principalmente, s’irrigidiva in un contegno piuttosto riserbato, e faceva peggio; ché quelle, supponendo ch’ella non riuscisse ancora a vincere la prima, ingiusta antipatia per il Tempini, ritenevano che fosse loro dovere compensarlo di quella freddezza, opprimendolo di cure, d’amorevolezze, cosí che egli non se n’accorgesse.

Ma forse le sorelle più di farlo (forse sono troppo attente e affettuose)!

Iduccia, zitta. Sospettare delle sorelle, questo no, neanche per ombra; ma certo cominciava a essere un po’ stufa di tutto quello sfoggio di civetteria senza malizia. Avrebbero dovuto comprenderlo le sorelle, che diamine! avvedersi che il Tempini, essendo per natura cosí timido e servizievole, e standogli esse cosí d’attorno senza requie, tre pittime, la trascurava per badare a loro. Non gli lasciavano piú né tempo né modo non che d’accostarsi a lei, ma neanche di respirare. Spiro di qua, Spiro di là… Avrebbe dovuto aver quattro braccia quel poveretto per offrirne uno a ciascuna e altrettante mani per pigliarsele tutte e quattro. Le seccava poi maggiormente che esse, con le loro manierine, quasi quasi lo costringevano ogni volta a portar quattro regali invece di uno. Ma sí! Gli facevano tanta festa, ogni volta, che egli, per paura che rimanessero poi deluse, si guardava bene dal recarne qualcuno particolare a lei ch’era la fidanzata.

Mentre era inizialmente sorprendente, a ben riflettere il fatto che le sorelle stare insieme (sotto il tetto stesso) la notte delle nozze è coerente con la loro vita in comune.

S’era stabilito (anzi non s’era messo neanche in discussione) ch’egli avrebbe fatto casa comune con esse; sí, ma santo Dio, almeno la prima notte non avrebbe voluto rimanere lí, sotto lo stesso tetto. S’immaginava l’imbarazzo, per non dir altro, di quelle tre povere ragazze, quando, andati via tutti gl’invitati, finita la festa, lui e Iduccia… Ah! Ci sudava freddo. Sarebbe stato un momento terribile, uno strappo a tutte le convenienze, un angoscioso tormento di tutta la notte… Come la avrebbero passata quelle tre povere anime, con la sorellina divisa da loro per la prima volta, di là, in un’altra camera con lui?

Iduccia rimane incinta poco dopo il matrimonio. A poco a poco, il Pirandello mette in chiaro che lei non sopravviverà i gravidanza / travaglio / parto. Tragicamente, Iduccia muore poco dopo il parto di una neonata.

Dopo la morte di Iduccia, Spiro Tempini e le sorelle sono intrappolati dall’imperativo di prendersi cura della neonata e il desiderio di vivere vite separate. Le sorelle preferiscono stare insieme: nessuna delle tre vuole diventare la moglie del Tempini.

Pirandello (perché ci vuole discutere la storia dopo che l’abbiamo letta?) crea un finale molto ambiguo. Non è chiaro certo come le Margheri e il Tempini risolvono il loro dilemma.

***

In Il dovere del medico il Pirandello racconta la storia di un uomo completamente sgradevole — immaturo, incurante ed egocentrico — che attraverso le sue azioni (cioè, con malizia) rovina la vita di sua moglie e suo figlio. Al contrario, in Senza malizia il Pirandello racconta la storia di un uomo colto, intelligente, diligente, attento, timido e ossequioso che senza malizia viene ‘impigliati’ dagli eventi in una situazione tragica e difficile.

Sta cercando di suggerire il Pirandello che nessuno dei due estremi (cioè, egocentrismo v. ossequiosità) è auspicabile, che nessuno dei due è vantaggioso?

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